I giornali e quel dato falso sulle denunce di stupri a Firenze
7 min letturaIeri La Stampa ha modificato l'articolo togliendo dal testo i numeri falsi sulle denunce per stupro a Firenze. Il direttore Maurizio Molinari ha detto che dopo le critiche ricevute è stato attivato un processo di verifica “delle fonti” che “ha preso tempo” e non ha ottenuto alcun riscontro.
Ringraziamo La Stampa e Anna Masera, public editor del quotidiano, per aver preso in seria considerazione le critiche ricevute. Altri come Il Messaggero hanno semplicemente rimosso l’articolo senza dare spiegazioni o lasciato nel loro pezzo online il dato falso, in sprezzo dell’etica giornalistica e senza alcun rispetto verso i lettori.
Negli articoli su carta del 9 settembre scorso con cui diversi quotidiani hanno raccontato il presunto stupro a Firenze di due studentesse americane da parte di due carabinieri in servizio, nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, sono stati riportati dei dati sulle denunce di violenze sessuali da parte di studentesse americane nel capoluogo fiorentino:
La Stampa
Nel pezzo di Grazia Longo (pubblicato anche dal Secolo XIX), dopo la versione delle due ragazze e delle prove finora raccolte nelle indagini, si legge:
"ma ci sono ancora tanti dubbi e tante domande che attendono una risposta. I due militari (...) sono indagati dalla Procura di Firenze guidata da Giuseppe Creazzo per violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa. Ma soltanto l'esame del Dna chiarirà se sono davvero loro due i responsabili. Di violenza o di un rapporto consenziente? Sono usciti per la prima volta in pattuglia insieme proprio quella notte. Possibile che, pur non avendo mai lavorato in coppia, avessero tanta complicità per un'azione così intima e spregevole? La ministra della Difesa Roberta Pinotti chiosa: «Gli accertamenti sono ancora in corso ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse». Però non si può neppure dimenticare che tutte le studentesse americane in Italia sono assicurate per lo stupro (ndr notizia poi chiarita dal legale di una delle due studentesse che ha spiegato alla stampa che «le ragazze non hanno fatto nessuna polizza specifica individuale anti-violenza sessuale. Si tratta di una polizza che l'Università americana fa tutte le volte che le ragazze americane vengono in Italia ed è una polizza generale e generica che riguarda la salute, il rischio del furto, della rapina, ecc, ed eventualmente può esserci stata compresa anche la clausola sulla violenza sessuale. Le ragazze non erano a conoscenza di questa clausola») e a Firenze su 150-200 denunce all'anno, il 90 per cento risulta falso".
Il Messaggero
Nell'articolo siglato con "L. FAN" (attualmente rimosso dal sito del Messaggero senza fornire una spiegazione, ma si può leggere qui) si trova scritto:
"Non esiste una polizza assicurativa specifica contro lo stupro: né per un cittadino americano in patria, né per chi viaggia all’estero. Esistono polizze che assicurano sui danni provocati da violenza (rapine, scippi, omicidi, infortuni vari) sia in patria che all’estero. E le ragazze di Firenze ne avevano una di questo tipo, stipulata dal college con cui sono arrivate in Italia. Ci sono comunque delle cifre che fanno riflettere: ogni anno, solo a Firenze, vengono presentate da ragazze americane dalle 150 alle 200 denunce per stupro. di queste il 90% risulta completamente inventate".
Il Mattino
Il pezzo è firmato con la sigla "c.man" e si conclude con:
"la storia è di quelle molto delicate e complicate da risolvere. Anche perché in queste ore, a Firenze, circolano dati sulla quantità di denunce per violenza sessuale presentate dai circa 4-5 mila stranieri che affollano le università cittadine. Circa 150-200 all'anno, che poi finiscono con un nulla di fatto (un novanta per cento di assoluzioni)".
Corriere della Sera
Nell'articolo di Fiorenza Sarzanini si legge:
"Nei prossimi giorni i due carabinieri saranno interrogati dal magistrato. Al momento filtrano indiscrezioni su quanto avrebbero raccontato ai superiori, ma anche sulle verifiche disposte dagli stessi reparti dell'Arma. E sulla loro determinazione a negare di essersi comportati in maniera violenta, ma anche smentendo categoricamente che ci sia stato un rapporto sessuale. Tanto che a livello provinciale i carabinieri evidenziano la «presenza a Firenze di almeno 4.000 studenti stranieri e l'esistenza di centinaia di denunce per stupro che si rivelano totalmente infondate». E anche questa volta - dicono - «potrebbe essere andata così»".
Come si può vedere, i numeri in questione vengono riportati dai quotidiani come argomento a sfavore della tesi delle due ragazze americane che accusano i due carabinieri di stupro. Questi dati hanno però subito fatto nascere dei dubbi esternati sui social da lettori e altri giornalisti.
Questura Fi.,da me interpellata,smentisce nettamente e con rabbia ogni cifra e alibi relativi a polizze anti-stupro https://t.co/Ga9pW0DZlq
— Claudia Fusani (@claudiafusani) September 9, 2017
Claudia Fusani di Tiscali.it ha contattato il Questore di Firenze, Alberto Intini, che ha smentito il dato riportato dai quotidiani e precisato:
"Nel 2016 in provincia di Firenze ci sono state 51 denunce per violenza sessuale. Non possiamo al momento fare una casistica delle vittime, italiane, straniere, americane. Per noi sono tutte violenze in ugual modo".
Intini ha dichiarato inoltre al fattoquotidiano.it «Non commento il dato sulle presunte denunce inventate perché non ne conosco la fonte, ma bisogna distinguere tra i luoghi comuni e i dati. Quelli di cui siamo in possesso sono molto distanti dalle 150 denunce l’anno. Noi non abbiamo registrato alcun fenomeno particolare né sul rischio che corrono le ragazze americane, né sul numero delle denunce presentate». Il questore aggiunge anche che per i primi nove mesi del 2017 «sono emerse tre denunce per violenza sessuale ai danni di cittadine americane. Riguardavano, in realtà due episodi con tre vittime e si trattava di decisi palpeggiamenti, che configurano comunque il reato di violenza sessuale». Contattata da noi, la Questura di Firenze ha confermato i numeri forniti a Tiscali e al fattoquotidiano.it.
Luca Sofri in un post sul suo Blog, analizzando gli articoli del Messaggero, La Stampa, Il Mattino e Il Secolo XIX ha evidenziato inoltre diverse criticità sia sul numero in sé sia su come è stato riportato:
– non c’è nessuna fonte del dato (“risulta”, “circola”), ma nemmeno l’ambito da cui proverrebbe (procura? carabinieri? università americane?);
– un dato del genere presuppone che sia esistente e registrato un numero di denunce per stupro da parte di “ragazze americane” (separato da quello di “ragazze inglesi”, “ragazze cinesi”, “signore polacche”, “anziane svizzere”);
– e che sia esistente e registrata una percentuale di denunce “inventate” (ritirate? archiviate? concluse con una assoluzione, ma per “invenzione” e non per insufficienza di prove per esempio?) e che questa percentuale corrisponda al 90% (dato esatto) del totale di 150-200 (dato con un 25% di margine di errore: ma in ogni caso le “inventate” sono sempre il 90%).
Raramente si è visto spacciare un dato più sbilenco e poco credibile. Raramente – pur in una consuetudine quotidiana di fatti non verificati sui giornali maggiori – si è citato un fatto così maldestramente, senza pezze d’appoggio nemmeno approssimative.
Alla domanda da lui rivolta ad alcune delle testate che hanno pubblicato questo dato, senza specificare la fonte, non è stata finora data una risposta.
Scusate, @ilmessaggeroit e @LaStampa: questo dato colpisce, che fonte ha così esatto? a chi è che "risulta"? https://t.co/wP9JWzzDyv pic.twitter.com/tPIYsU2Gqy
— Luca Sofri (@lucasofri) September 9, 2017
Nell'articolo del Corriere della Sera non vengono forniti ai lettori numeri precisi come negli altri, ma viene specificato che a parlare di "centinaia di denunce per stupro che si rivelano totalmente infondate" in provincia di Firenze sono stati i Carabinieri, che hanno aggiunto anche come nel caso specifico “potrebbe essere andata così”. È quindi possibile che la fonte (che ha veicolato un dato non neutro, vista la precisazione finale che punta a mettere in dubbio la versione delle ragazze) anche per gli altri giornalisti sia stata la stessa.
Il 10 settembre, poi, sotto un post su Facebook di Arianna Ciccone in cui veniva criticato il metodo giornalistico di copertura del caso del presunto stupro di Firenze, Grazia Longo, giornalista della Stampa, interviene e scrive "(...) i numeri delle denunce, li ho avuti da una fonte accreditata e attendibile. Ho visto che poi il questore ha smentito, ma la mia fonte no. Avrei dovuto scrivere quei dati tra virgolette per evidenziare che si trattava di una fonte e non di una mia valutazione". Sul sito della Stampa viene così modificato l'articolo del 9 settembre, mettendo tra virgolette il numero, specificando che la provenienza è "una fonte istituzionale attendibile" e aggiunta una nota della redazione, dovuta al fatto, si spiega, che alcuni lettori "ci hanno rimproverato il passaggio come una nostra opinione". La critica al quotidiano, però, non si riferiva a un'eventuale opinione espressa dalla giornalista, ma all'aver pubblicato un dato poco credibile senza specificarne la provenienza:
Prima di concentrarci sul contenuto del commento della giornalista e della nota della redazione, c'è da rilevare un altro aspetto che, al di là della smentita della Questura di Firenze che si riferisce all'anno 2016, non porta a considerare quel dato come vero. Negli articoli citati sopra, si legge infatti che le circa 150/200 denunce di violenze sessuali a Firenze da parte esclusivamente di studentesse americane, di cui il 90% sarebbe poi risultato "falso", sono state presentate "ogni anno" / "all'anno". Quindi il dato, in base a quanto scrivono i giornalisti, non riguarderebbe il solo 2016, ma anche gli anni passati. Dopo una verifica sul sito dell'Istat (nella sezione "Delitti denunciati dalle forze di polizia all'autorità giudiziaria", cioè da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza), però, Davide Mancino, giornalista freelance, ha mostrato che "le denunce per violenze sessuali a Firenze, dal 2010, sono rimaste fra 57 e 87 per anno: nemmeno lontanamente vicine alle 150-200 descritte".
https://twitter.com/davidemancino1/status/906890597235077121
La redazione della Stampa, a questo argomento, ha ribattuto che "i dati cui fa riferimento la fonte non sono nelle statistiche ufficiali perché non sono ancora confluiti nei database Istat". Sempre Mancino, risponde però che questo è impossibile, perché trattandosi di numeri degli anni passati, sono definitivi.
https://twitter.com/davidemancino1/status/906941163436953605
Su questo punto l'ufficio stampa dell'Istat, da noi contattato, ha confermato che per gli anni finora disponibili non c'è nulla da aggiornare né da aggiungere rispetto ai dati già pubblici.
Come Valigia Blu, partendo da quanto detto dalla giornalista e dalla redazione del quotidiano torinese, abbiamo posto sui social una serie domande alla Stampa, ma su questo caso sono coinvolte tutte le testate che hanno pubblicato quel dato (aspettiamo le risposte):
1) Come è possibile che esista una fonte più attendibile del Questore su questa cosa?
2) Se questa fonte esiste, come mai esiste un database che distingue i denuncianti in base alla nazionalità e l'età? A che scopo esiste un archivio del genere? Chi lo mantiene questo archivio? Quale è la legge che giustifica il trattamento dei dati del titolare dell'archivio?
3) Se i dati della fonte sono veri, vuol dire che i dati del Questore sono falsi. Il Questore ha quindi detto il falso in violazione dei suoi doveri istituzionali?
4) È stato attivato un processo di verifica del dato prima di pubblicarlo? O il dato rivelato da questa fonte istituzionale è stato pubblicato senza verifica? E perché non è stato aggiornato l'articolo con la smentita del Questore di Firenze?
5) Voi scrivete che a Firenze ci sono all'anno 150-200 denunce di stupro (di cui il 90 per cento risulta falso), ma i dati Istat vi smentiscono. Cosa rispondete in merito?
6) L'anonimato è una cosa molta seria e andrebbe concesso per questioni serie spiegando ai lettori la motivazione. In questo caso parliamo di dati pubblici perché concedere l'anonimato a una fonte che rivela dati pubblici?
Foto anteprima via TGCOM24.